dimanche 15 mai 2016

II D ESABAC ... Les "GARÇONS DE CANNES" SONT PARTIS !!!!








Come alunni della sezione EsaBac del Liceo Cairoli di Varese, nel corso dei quattro anni passati in questa scuola abbiamo avuto modo più volte di interagire direttamente -attraverso scambi culturali, stages e visite di istruzione- con la Francia e con la cultura e le tradizioni del popolo francese. L'anno scorso, grazie al nostro docente di lingua francese, il prof. Zerba, abbiamo avuto modo di partecipare per la prima volta al Festival di Cannes 2015, seppur per un solo giorno. Siamo stati accolti in una delle sale adibite alla rassegna e abbiamo potuto visionare due film -di cui uno era il pluripremiato A Perfect Day, regia di Fernando Leòn de Aranoa. Possiamo quindi dire di aver annusato, seppur brevemente, l'atmosfera del Festival cinematografico francese e di averne intuito la portata. Il progetto che ci viene proposto quest'anno dai nostri docenti di Francese e Greco e Latino, i professori Carletto Zerba e Angela Todisco, è però totalmente diverso e mirato, rispetto a quella che era stata l'uscita dello scorso anno. Durante l'intero anno scolastico infatti abbiamo partecipato a un corso pomeridiano di 'avviamento al cinema', organizzato assieme a Filmstudio90. Incontro dopo incontro anche chi di noi non si era mai approcciato alla cultura cinematografica ha potuto imparare a gestire una recensione attraverso l'analisi di una pellicola e attraverso le nozioni fondamentali di inquadratura, piano, campo, struttura delle sequenze e così via. L'esperienza al Festival di Cannes 2016 che ci aspetta tra pochi giorni sarà quindi una vera e propria 'prova sul campo', favoriti dall'aver già parzialmente conosciuto la città e l'ambiente ma soprattutto dall'aver acquisito nozioni e un metodo che ci permetterà di sfruttare al meglio l'esperienza. Parlando tra di noi e con la nostra prof. abbiamo pensato di dividerci in piccoli gruppi, in modo che ciascuno possa sfruttare le proprie conoscenze e passioni in un luogo diverso della città: alcuni di noi si occuperanno di scattare fotografie, altri di girare brevi video a testimoniare l'esperienza, altri ancora hanno immaginato delle interviste flash, rigorosamente in francese, da sottoporre agli altri spettatori all'uscita delle sale per imprimere quelle che sono le prime impressioni 'a caldo' dopo la visione di un film. E naturalmente ci dedicheremo anche alla scrittura di recensioni: le immaginiamo sia di poche righe subito all'uscita dalla sala, sia più ragionate e elaborate, magari dopo una discussione tra di noi sulla spiaggia della città francese. A breve Alessandro Leone e Monica Cristini, i nostri referenti di Filmstudio90, ci spiegheranno come rapportarci con la rivista online Cinequanon e come pubblicare direttamente da Cannes i nostri reportages. Non sappiamo come sarà quest'esperienza, abbiamo tante idee in testa e tante aspettative. Quello che è certo è che questa resterà un'esperienza unica nel nostro percorso scolastico, che necessiterà sicuramente un certo impegno da parte nostra, ma che sarà anche un'occasione di svago sotto al sole caldo di Cannes. Classe II D Leonardo: Da appassionato di cinema, l'esperienza dell'anno scorso a Cannes è stata veramente interessante, per quanto solo un “assaggio” di quello che è il Festival. Quest'anno, in seguito al corso che abbiamo seguito a scuola, mi aspetto una settimana in cui ci rapporteremo al cinema con più affinati strumenti di analisi. Giulia: Mi è sempre piaciuto andare al cinema e frequento da anni la sala Filmstudio90, per questo a settembre è stata davvero una sorpresa quando ho saputo di questo progetto! Ho guardato la lista di lungometraggi in concorso al Festival e ho visto che tra questi ci sono anche alcuni film italiani, che spero di riuscire a vedere. Jacopo: Ho sempre amato il cinema e sono entusiasta per la proposta offertami! Giada: Ho grandi aspettative per questa nuova esperienza: oltre alla visione di film, avrò l'opportunità di relazionarmi con gli altri spettatori, di intervistarli e di raccogliere le loro prime impressioni. Matteo: Personalmente trovo l'esperienza offertaci dalla prof.ssa Todisco in collaborazione con Filmstudio90 come un unicum, che possa esserci di grande utilità sia per sviluppare il nostro senso critico nei confronti dell'arte come nella vita di tutti i giorni, sia per venire a contatto col mondo del giornalismo in maniera più innovativa e più 'vivida'. Potrà sicuramente essere d'interesse sia per coloro che sono appassionati della cinematografia, sia per coloro che ne trovano soltanto un passatempo piacevole, e penso che domenica partiremo tutti entusiasti per impegnarci al massimo in un'iniziativa come questa. Giorgia: Da Cannes mi aspetto di riuscire a capire meglio cosa ci sia dietro quella pellicola di 90 minuti che guardo seduta sulla mia poltroncina rossa, respirando -per qualche giorno- cinema. Emma: Mi sento fortunata di poter andare al Festival di Cannes con la scuola. Il cinema mi piace tantissimo da quando ero piccola, ma non ho spesso l'opportunità di vedere film d'autore. Agata: Spero di entrare nell'atmosfera del festival vero e proprio per 'smontare' e analizzare i film anche attraverso il confronto con gli altri. Alice: Sono molto contenta di poter avere l'opportunità di vivere quest'esperienza! Non vedo l'ora di immergermi nell'atmosfera vivace e multiculturale che sono sicura caratterizzi uno dei più importanti festival del cinema, in un'aria di festa e appassionato interesse. Federico: Mi aspetto che l’esperienza di Cannes sarà molto entusiasmante: dopo il percorso, certo impegnativo ma anche stimolante, che abbiamo seguito durante questi mesi, il Festival non può che essere la conclusione migliore. Avremo contemporaneamente la possibilità di muoverci con libertà in uno dei più importanti eventi cinematografici del mondo e di mettere in pratica quello che abbiamo imparato con i professori e l’associazione Filmstudio90: non vedo l’ora della partenza!



vendredi 13 mai 2016

Le Magazine littéraire : Dossier spécial Le cinéma des écrivains




Dossier spécial Cannes. Soixante-dix ans après la première édition du Festival de Cannes, Le Magazine littéraire publie un numéro spécial. Il laisse la parole aux écrivains sur la fièvre cannoise : ils y évoquent leur propre expérience de la croisette (avec notamment des textes d’archives de Jean Cocteau, Georges Simenon ou Marguerite Duras) ou des figures et films ayant marqué certaines éditions, de Visconti à Kechiche, en passant par Sailor et Lula, Les Oiseaux, les Dardenne ou les Coen. Avec les contributions de Daniel Pennac, Zoé Valdés, Orhan Pamuk, David Cronenberg, Brigitte Aubert, Philippe Besson, Christophe Donner, David Foenkinos, Camille Laurens, Sylvie Germain, Patrick Grainville...






Les Américains ont leur usine à rêves : Hollywood. La nôtre, c’est le Festival de Cannes. D’ailleurs, en réalisant sa toute première affiche, le peintre Jean-Gabriel Domergue l’avait baptisée en convoquant Baudelaire « L’invitation au voyage ». Mais il est une vitrine qui renvoie parfois d’inquiétants reflets de l’air du temps. Rien de moins qu’une perte de prestige de la littérature et, partant, des écrivains. Songez qu’il fut un temps où ceux-ci composaient jusqu’à la moitié du jury, présidé d’ailleurs par l’un des leurs ! Depuis, ils en ont été évincés au profit quasi exclusif des gens de cinéma, artistes et techniciens délibérant entre professionnels de la profession.






mercredi 11 mai 2016

Henri Tachan "J'ai relu Le Grand Meaulnes"










Avant-hier, bêtement, j'ai relu "Le Grand Meaulnes",
J'ai traqué mon enfance au fil des pages jaunes,
Dans un coin de grenier, j'ai voulu, sans vergogne
Et sans billet, refaire mon voyage en Sologne,
Dans un coin de grenier, j'ai voulu, sans vergogne
Et sans billet refaire mon voyage en Sologne,

Mais j'ai bien, j'ai bien trop lu, trop lu
De livres pour les grands:
Ah! Dieu, que je suis déçu, déçu
Par mes livres d'enfants!

Hier matin, je m'embarque, pour un pélerinage,
Vers mes quinze ans blottis dans leur petit village,
Le coeur battant, le long d'un sentier d'haridelles,
J'attends Baffalo Bill sur un coin de margelle,
Le coeur battant, le long d'un sentier d'haridelles,
J'attends Baffalo Bill sur un coin de margelle,

Mais j'ai bien, j'ai bien trop vu, trop vu
De palais formidables:
Ah! Dieu, que je suis déçu, déçu
Par mes châteaux de sable!

Aujourd'hui je te parle, comme à une étrangère,
Mon aimée d'autrefois, ma mie, mon écolière,
Et, te disant bonjour, je voudrais, tant et tant,
Te dire que notre amour a encore dix-huit ans,
Et, te disant bonjour, je voudrais, tant et tant,
Te dire que notre amour a encore dix-huit ans,

Mais j'ai bien, bien trop couru, couru
Les filles de passage:
Ah! Dieu, que je suis déçu, déçu
Par les dames trop sages!

Demain, je blanchirai, à l'ombre d'un sapin,
De routine en regrets, de regrets en refrains,
Et j'essaierai encore, une dernière fois,
De refaire, à rebours, mon long chemin de croix,
Et j'essaierai encore, une dernière fois,
De refaire, à rebours, mon long chemin de croix,

Mais, je n'aurai jamais pu, non jamais pu
Apprivoiser le Temps:
Ah! Dieu, que je suis déçu, déçu,
Que je suis décevant!






lundi 9 mai 2016

ENVOYES SPECIAUX AU FESTIVAL DE CANNES 2016





Voici l'Affiche revue par Margherita Ventura



Inviati “speciali” al Festival di Cannes

Dal 15 al 19 maggio gli studenti della classe II, della sezione Esabac del Liceo classico “E. Cairoli” di Varese, accompagnati dai docenti Carlo Zerba e Angela Todisco, parteciperanno al Festival di Cannes 2016, in veste di “inviati speciali” della Rivista cinematografica “Cinequanonline” (www.cinequanon.it). Ogni giorno i giovani critici cinematografici, dalla redazione che costituiranno nel Lycée international de Valbonne (www.civfrance.com) che li ospiterà, invieranno sulla rivista “Cinequanonline”, sul sito del liceo (www.liceoclassicovarese.gov.it) e sul blog del prof. Zerba (http://memoiresdeprof.blogspot.it/) recensioni dei film, foto, video, interviste, reportage. Si tratta di un’iniziativa che chiude il progetto “Cinema: istruzioni per l’uso”, che la scuola ha realizzato con l’Associazione Filmstudio ’90 / Rivista “Cinequanon on line” (Alessandro Leone – Monica Cristini). Durante l’anno scolastico gli studenti sono stati impegnati in un corso organico dedicato al cinema, durante il quale alla visione di film in lingua francese sono state affiancate attività di analisi dell’immagine cinematografica, delle locandine di film (lezione tenuta da Ermanno Cristini) e di scrittura di recensioni. Per gli studenti del corso Esabac del Liceo classico di Varese la partecipazione al Festival di Cannes costituisce già da anni una tra le più importanti attività extracurricolari. Quest’anno per la prima volta quest’esperienza scolastica, che non a tutti è data l’opportunità di vivere, potrà essere condivisa grazie alla “speciale” redazione di giovani critici cinematografici che giorno per giorno direttamente dalla Croisette ci terranno informati.

La conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa si terrà mercoledì 11 maggio, ore 09:00 presso l’aula della classe II D del Liceo Classico “E. Cairoli” di Varese.

dimanche 8 mai 2016

Vidéoconférence de l'Académicien GONCOURT Philippe Claudel pour les élèves ESABAC du lycée Cairoli de Varese







Videoconferenza dell’Académicien GONCOURT  PHILIPPE CLAUDEL per gli alunni ESABAC del liceo classico E. CAIROLI

Il 19 aprile dalle ore 9 alle ore 10.30 le classi del corso D ESABAC del Liceo Classico Cairoli di Varese hanno avuto l’opportunità di parlare via Skype con uno degli intellettuali francesi più conosciuti e stimati: Philippe Claudel.
Claudel è infatti un affermato scrittore e sceneggiatore. Nel 2003 ha raggiunto il successo internazionale con Le anime grigie, tradotto in trenta paesi, per il quale ha vinto il Prix Renaudot e il premio per il miglior libro dell'anno di Lire. Gli altri suoi titoli pubblicati in Italia dalla casa editrice Ponte alle Grazie sono: La nipote del signor Linh (2005), Io me ne vado (2007), Il rapporto (2008) - libro vincitore del Goncourt des Lycéens nel 2007 -, L'inchiesta (2012) e Profumi (2013).
Nel 2008 ha esordito come regista cinematografico con il film Ti amerò sempre, a cui hanno fatto seguito nel 2011 Non ci posso credere, con Neri Marcorè e Stefano Accorsi,  Avant l’hiver  nel 2013 et Une enfance del 2015.
In occasione dell’incontro con Philippe Claudel, gli studenti del corso D (che alla fine del loro percorso avranno la possibilità di conseguire la doppia maturità franco-italiana) hanno potuto rivolgere allo scrittore le domande più disparate sui suoi libri, sui suoi film e sulla sua carriera personale. Il risultato è stato una piacevole chiacchierata tra gli studenti e lo scrittore, che con disponibilità e gentilezza ha soddisfatto le loro curiosità.
Riguardo al romanzo Les âmes grises, da cui è stato tratto l'omonimo film, la classe ID ha chiesto in che modo l'autore abbia deciso di trasporre il libro su pellicola. Claudel ha inaspettatamente rivelato che l'idea del film non è venuta a lui, ma ad un suo caro amico. «La trasposizione cinematografica è qualcosa di molto diverso rispetto al romanzo» e l’autore ha lavorato per la trasposizione cinematografica sul suo testo, come se fosse stato scritto non da lui stesso, ma da un altro. La mancanza di alcune scene nel film si può ricondurre al costo eccessivo che la realizzazione avrebbe richiesto, ma soprattutto ad una scelta stilistica, perché nel libro è possibile descrivere argomenti dolorosi, come un omicidio, senza impressionare troppo il pubblico con immagini crude.
Ha seguito la domanda della classe VD sul romanzo Parfums. I ragazzi hanno chiesto quanto grande fosse l'importanza dell'olfatto nell'elaborazione del libro, che è costituito da brevi storie, ognuna della quali è associata ad un odore. Lo scrittore ha spiegato che questo senso è uno dei più arcaici e che è sempre servito all'uomo per esplorare e scoprire il mondo. Parfums è un racconto autobiografico che raccoglie le sensazioni più forti presenti nella memoria dell'autore: quelle olfattive sono accompagnate spesso da quelle uditive.
La classe IID ha chiesto allo scrittore quali fossero i libri per lui fonte d'ispirazione. Oltre a noti scrittori francesi, come Guy de Maupassant, Claudel è stato influenzato anche da autori italiani, quali Emilio Lussu (Uomini contro), Mario Rigoni Stern, Primo Levi e Leonardo Sciascia. Di quest'ultimo ha apprezzato soprattutto la capacità di creare romanzi gialli senza ricalcare fatti della realtà.
«Raccontare storie: è a questo che serve la scrittura. Attraverso le parole si riescono a mostrare cose che non si vedranno mai». Così ha risposto Claudel a conclusione dell’incontro. Grazie alle nuove tecnologie gli studenti hanno avuto la preziosa opportunità di dialogare con un grande scrittore.

Beatrice Falcone, Ines Serpe I D ESABAC
Giovanni Fraschini, Elisa Malnati, Valentina Vitale III D ESABAC


mercredi 4 mai 2016

Jean-Jacques Rousseau : "Je forme une entreprise..." - Les Confessions


Mes élèves aussi sont  prêts ...

à TOUTE ENTREPRISE

LE FESTIVAL DE CANNES 2016

 NOUS ATTEND !!!




II D ESABAC  LICEO CLASSICO CAIROLI VARESE


“Intus et in cute 
( Persio Flacco, sat. III, v. 30)
("Ego te intus et in cute novi")


Je forme une entreprise qui n'eut jamais d'exemple et dont l'exécution n'aura point    d'imitateur. Je veux montrer à mes semblables un homme dans toute la vérité de la nature ; et cet homme ce sera moi. 

Moi seul. Je sens mon cour et je connais les hommes. Je ne suis fait comme aucun de ceux que j'ai vus ; j'ose croire être fait comme aucun de ceux qui existent. Si je ne vaux pas mieux, au moins je suis autre. Si la nature a bien fait ou mal fait de briser le moule dans lequel elle m'a jeté, c'est ce dont on ne peut juger qu'après m'avoir lu. 
Que la trompette du Jugement dernier sonne quand elle voudra, je viendrai, ce livre à la main, me présenter devant le souverain juge. Je dirais hautement : "Voilà ce que j'ai fait, ce que j'ai pensé, ce que je fus. J'ai dit le bien et le mal avec la même franchise. Je n'ai rien tu de mauvais, rien ajouté de bon, et s'il m'est arrivé d'employer quelque ornement indifférent, ce n'a jamais été que pour remplir un vide occasionné par mon défaut de mémoire ; j'ai pu supposer vrai ce que je savais avoir pu l'être, jamais ce que je savais être faux. Je me suis montré tel que je fus ; méprisable et vil quand je l'ai été, bon, généreux, sublime, quand je l'ai été : j'ai dévoilé mon intérieur tel que tu l'as vu toi-même. Être éternel rassemble autour de moi l'innombrable foule de mes semblables ; qu'ils écoutent mes confessions, qu'ils gémissent de mes indignités, qu'ils rougissent de mes misères. Que chacun d'eux découvre à son tour son cour aux pieds de son trône avec la même sincérité ; et puis qu'un seul te dise, s'il l'ose : Je fus meilleur que cet homme-là.



Les Confessions J.J. Rousseau




Jean-Jacques Rousseau : Les Confessions. Préface de J.-B. Pontalis. Éditeur : Folio (26 mars 2009). Collection : Folio classique. 864 pages.


Essayez d'analyser :

I. Une affirmation orgueilleuse de soi
II. La singularité du Moi et la singularité de l'oeuvre
III. Le projet autobiographique: intentions et difficultés












vendredi 29 avril 2016

Corriere della sera : Ragazzi, studiate il francese: è fuori moda ma (a sorpresa) rende di più! di Paolo Di Stefano

Ragazzi, studiate il francese: è fuori moda ma (a sorpresa) rende di più! 

Il bacio dell’Hotel de Ville di Robert Doisneau

Un elogio della lingua francese? È vero, sappiamo bene che l’inglese è la lingua più parlata in Europa (38 per cento). Ma spesso dimentichiamo che è il francese la seconda (12 per cento) e che ben 51 paesi nel mondo parlano francese. Basterebbero questi dati numerici a rendere evidente l’utilità di studiare la lingua di Montaigne e di Stendhal. E si potrebbero poi aggiungere elementi economici, a beneficio dei funzionalisti: la Francia è il secondo partner più importante per il nostro Paese con un volume d’affari intorno ai 200 milioni di euro di scambi economici quotidiani. Non basta? Allora sappiate che i 100 gruppi imprenditoriali francesi presenti in Italia garantiscono 239 mila posti di lavoro nella penisola: e non si capisce perché mai trattando tra loro, un parigino e un milanese dovrebbero parlare in inglese. Ma forse quel che conta di più è la sorellanza tra le due lingue: italiano e francese. Sorellanza storica e comunanza culturale. La conoscenza della prima aiuta (e arricchisce) la conoscenza della seconda e viceversa.

Per non dire che, come segnala Tullio De Mauro, il 75 per cento del vocabolario inglese è composto di parole prese in prestito o dal francese o direttamente dal latino: dunque, a ben guardare, lo studio del francese potrebbe favorire anche l’apprendimento dell’inglese. Certo, si tratta di una scelta fuori moda: il francese era la prima lingua straniera per i nostri padri, dei nonni e dei bisnonni. E oggi sono lontanissimi i tempi in cui quella di Sartre era la lingua internazionale per eccellenza, europea, moderna: una trasformazione politica, economica e culturale ha spostato il baricentro verso anglo-americano.

All’epoca dell’esotismo linguistico (e dell’instabilità economica), ci si orienta eventualmente verso il cinese (i cinesi sono tanti, sono ovunque e sono in espansione): ma a furia di imparare tutti l’inglese e il cinese, chi sarà in grado di trattare economicamente e culturalmente con i francesi (che sono peraltro restii a inchinarsi supinamente di fronte all’inglese come invece tendiamo a fare noi)? La vera sorpresa viene dagli economisti delle lingue, quando affermano che è molto più redditizio per un italiano investire sul francese (o sul tedesco) che non sull’inglese (sic!), poiché si tratta di conoscenze più rare e dunque più ricercate e remunerate. Tra l’omologarsi e il differenziarsi, viene consigliata la seconda via. Per una volta, l’economia e la cultura andrebbero d’accordo.

corriere.it/scuola


jeudi 28 avril 2016

Festival de Cannes 2016 : CANNES JUNIORS V D et I D ESABAC




Cannes Juniors le lundi  16 mai 2016

Voici les 2 films présentés au cinéma

 ALEXANDRE III : 
19 boulevard Alexandre III

9 h. "Les démons"  

11 h. "Tous les chats sont gris"




SYNOPSIS

Félix, jeune garçon de 9 ans à l'imagination fertile, a peur de tout. Évoluant dans un quartier tout ce qu'il y a de plus tranquille à Montréal, l'enfant en apprend de plus en plus sur le monde adulte alors que ses parents traversent une tourmente qui a toutes les apparences d'un divorce éventuel. Pendant ce temps, Félix imagine les pires catastrophes et s'effarouche devant tous les dangers potentiels : voisins inquiétants, maniaques, sida, etc. Au même moment, une série d'enlèvements de jeunes garçons a lieu...






Mostra immagine originale


SYNOPSIS

Paul a 46 ans. Il est détective privé. Dorothy a presque 16 ans. Elle est en pleine crise identitaire. Il vit en marge de la société bien-pensante bruxelloise, elle a grandi en plein dedans. La seule chose qui les lie est le fait que Paul sait qu'il est le père biologique de Dorothy. Récemment de retour au pays, Paul revoit Dorothy. Troublé, il l'observe, sans oser s'approcher. Mais tout bascule le jour où Dorothy vient lui demander de chercher son père biologique...


lalibre



cinevox



dimanche 24 avril 2016

VALENTINA VITALE III D ESABAC : "La petite fille de Monsieur Linh" de Philippe Claudel







Monsieur Linh est un réfugié qui vient probablement du Vietnam (dans le livre le pays d’origine n’est jamais révélé). Son pays a été dévasté et son fils a été tué, avec sa femme, à cause des bombes. Sa petite fille de six semaines, qu’il a trouvé pas loin des corps de ses parents, devient sa seule motivation pour continuer à vivre. Avec cette petite fille, Monsieur Linh réussit à arriver en France en bateau (probablement à Marseille).
Il a vécu toute sa vie dans son petit village et pour cette raison il est vraiment confus et anxieux dans la nouvelle ville.

Mais un évènement en particulier, changera cette prospective : par  chance ou par destin, il s’assied dans un parc sur un banc à côté d’un homme français de son  âge. L’homme aime fréquenter le parc parce que juste en face d'où ils sont assis, sa femme tenait un manège, mais elle est morte il y a 2 mois. Les deux hommes, dévastés par leur perte, vivent plus dans le passé que dans le présent, mais ils trouvent une connexion même s’ils ne parlent pas  la même langue. Pourtant, ils se comprennent et communiquent par la seule force de leurs émotions et de leurs expériences.

Cette amitié inattendue devient le point principal du livre. Elle est axée sur la bonté d’esprit, sur la mémoire des relations, sur les liens avec les lieux du cœur. Si la solitude et la perte d'un être cher séparent les hommes, ce sont ces deux sentiments qui réuniront Monsieur Linh et Monsieur Bark dès leur première rencontre fortuite. Leur amitié devient si puissante qu’elle sera capable de surmonter un étonnant mensonge qui va choquer le lecteur juste à la fin avec une révélation qui change la perspective du récit.

Le lecteur peut apprécier le sens de mystère de l’histoire qui manque volontairement d’informations précises sur les lieux et le temps.
L’histoire marque la pensée. Peut-être parce que Monsieur Linh est un personnage simple, brisé par les guerres et les deuils : il arrive juste au cœur des lecteurs.

C’est un récit mais  pas un mot n’est gaspillé. L’écriture essentiel et poétique de Philippe Claudel suit l’histoire des personnages pour raconter leur  dignité et leur humanité. Il utilise des mots efficaces et tenaces pour faire gagner l’espoir au-delà de la douleur et de l’absurdité de la vie.

L’auteur accompagne ses personnages avec respect et délicatesse. Il célèbre les thèmes universels de l’amitié, de la compassion, de la solitude, de la folie et de la migration.

Ce roman possède la grâce et la limpidité des grands classiques.
Cette histoire de deux vieux hommes venant de mondes différents fait chaud au cœur autant qu'il nous bouleverse : c’est une lecture rapide qui va toucher notre cœur et notre âme.
C'est une belle histoire qui se lit aussi facilement qu'elle est difficile à oublier.


En conclusion, la phrase de Delphine Peras résume l’esprit du roman : “L’abandon, la mémoire, le regard sur l’autre habitent ce troublant roman. Des thèmes que Philippe Claudel explore ici avec une intensité poignante.”




Valentina Vitale 





Saint-Honorat cz

mardi 19 avril 2016

ALICE PRESTINT et FEDERICO PODANO : "Les prépondérants" HÉDI KADDOUR (GONCOURT DES LYCEENS ITALIENS 2016)





Les prépondérents : un roman enrichissant 


La narration se déroule, au début des années 1920, dans une ville imaginaire appelée Nahbès, où Arabes et Français vivent les uns avec les autres.
La relation entre eux sera inévitablement déséquilibrée par un événement vraiment inattendu: Hollywood arrive à Nahbès pour le tournage dun film, Guerrier des sables. Laccrochage entre Orient et Occident est exacerbé. La conduite de ces Américains heurte Arabes et Français; la modernité qu'ils amènent va bouleverser la ville; tout va se mélanger et entrer en collision: langues, moeurs, cultures Il y a la rencontre de trois univers : les prépondérants, club français d'élite, les aristocrates arabes et le cinéma américain.
Et alors, les protagonistes, du moment quils appartiennent à des différentes cultures, sont bien différentes lun des autres.
Il y a Rania, jeune femme de 19 ans, trop cultivée pour le modèle qui se convient aux femmes, et qui refuse de se remarier.
Il y a Raouf, cousin de Rania, cultivé “à loccidentale.
Il y a Gabrielle Conti, journaliste parisienne libre et curieuse. Il y a Ganthier, colon intelligent et autoritaire.
À des personnages si peu monotones, correspond un changement de lieu de la narration un peu brusque et sûrement inattendu: maintenant on n'est plus à Nahbès. On est en Europe, dabord en France et après en Allemagne, en suivant les aventures de Raouf, qui a dû s'en aller de son propre pays.
C'est seulement à la fin quon retourne à Nahbès, qui maintenant n'est plus la même qu'avant. 

Dans Les prépondérants, troisième roman de Hédi Kaddour, la caractérisation des personnages, parfaitement dessinés, et le style jouent un rôle de protagonistes.
Les pensées des personnages ne sont jamais banales, mais toujours justifiées, et donc compréhensibles pour le lecteur. Leur conduite est vraisemblable et cohérente. Les relations entre eux sont intéressantes et convaincantes.
La narration peut résulter parfois un peu trop lente, parfois un peu trop accélérée (comme dans le brusque changement Nahbès-Europe), mais lexposition est vraiment claire et linéaire.

Le contexte politique, culturel et social est bien décrit par lauteur.

 Pour conclure, Les prépondérants est un roman intelligent est bien réussi, qui affronte des thématiques modernes, comme lintégration des étrangers, de façon intéressante et originale.


Une lecture agréable et enrichissante.



Alice Prestint





Les Prépondérants : des prix bien mérités

       Les Prépondérants, le dernier livre du romancier franco-tunisien Hédi Kaddour, a obtenu beaucoup de succès et d’attention grâce aux deux prix qu’il a gagnés, c’est-à-dire le Prix Jean-Freustié et le Grand prix du roman de l'Académie française, et a sa place dans les quatre finalistes du prix Goncourt en France.

       La narration, qui est divisée en trois parties, commence au début des années 1920 à Nahbès, une ville imaginaire du Maghreb tunisien, où les arabes et les français qui ont colonisé la région (dont les plus influents forment la « Cercle des Prépondérants ») vivent ensemble, mais séparés par une barrière invisible. La population, en particulier Raouf (le fils du caîd), Rania (une jeune veuve de guerre cultivée et intelligente), Gabrielle Conti (une aventureuse journaliste parisienne) et Ganthier (« le seul Français que la domination n'a pas rendu idiot »), connaît un choc quand une troupe d’acteurs américains arrivent en ville pour tourner un film, « Le guerrier de sable ». Parmi eux, l’œil de l’auteur se concentre sur les personnages de Kathryn et Neil.
       Cet événement marque le début d’un bouleversant contact entre la modernité d’outre-Atlantique et la vie quotidienne de Nahbès qui va changer profondément les rapports entre ses habitants. Pour nous faire mieux comprendre les deux mentalités qui se rencontrent, deux histoires secondaires, une pour chaque partie (l’affaire Fatty et e le mariage de Belkhodja), s’entrelacent à la principale, laquelle voit enfin Raouf, en danger pour ses positions politiques, partir avec Ganthier pour un long voyage-fugue en Europe. Kathryn et Gabrielle aussi s’unissent au voyage, qui touche Paris, Strasbourg, Berlin et l’Allemagne occupée.
       L’histoire se termine dans une Nahbès turbulente, où Raouf a fait retour un an après avoir commencé son voyage.

       Les personnages sont le plus riche trésor de ce roman. Kaddour réussit parfaitement à nous faire assumer le regard de chacun d’eux, et notamment celui des protagonistes, de façon que même si on ne les aime pas on peut arriver à comprendre leur point de vue. L’analyse de leurs mentalités est fine et profonde et ne tombe jamais dans la banalité : pour cette raison, on ne pourra pas dire, après avoir lu ce livre, de n’avoir rien retenu de la partie du monde arabe qui y est décrite, ce qui est peut-être l’aspect le plus intéressant pour un lecteur occidental. A travers leur ville et eux-mêmes, Raouf et Rania nous conduisent dans un réalité vivante  et inconnue qui, par contre, est accueillie surtout par la compréhension à la fois difficile, mais curieuse et attentive, de Kathryn. La situation se renverse avec le voyage en Europe, qui rend Raouf aussi plus mûr.

       Le style utilisé convient à ce type de roman : des séquences narratives très analytiques forment la majorité du texte et les phrases souvent très longues donnent à l’histoire un rythme lent et réfléchi pur la plupart de l’œuvre. Cette technique, associé aux nombreuses pages du roman (460), peut rendre la lecture à la fois un peu difficile mais elle est compensée par les contenus.


       Les Prépondérants est donc une lecture qui va certainement nous laisser quelque chose.

Federico Podano